Il datore di lavoro che mantiene i dipendenti al nero commette il reato di estorsione. Cassazione Penale, Sezione II, sentenza del 5 ottobre 2007, n. 36642.

L'uso strumentale di mezzi leciti e di azioni astrattamente consentite può assumere un significato ricattatorio e genericamente estorsivo quando lo scopo mediato sia quello di coartare l'altrui volontà considerato che l'ingiustizia del proposito rende necessariamente ingiusta la minaccia di danno rivolta alla vittima. Pertanto la prospettazione di un male ingiusto  integra il delitto di estorsione, pur quando si persegua un giusto profitto e il negozio concluso si riveli addirittura vantaggioso per il soggetto destinatario della minaccia. Infatti, la nota pregnante del delitto di estorsione consiste nel mettere la persona violentata o minacciata in condizioni di tale soggezione e dipendenza da non consentirle, senza un apprezzabile sacrificio della sua autonomia decisionale, alternative meno drastiche di quelle alle quali la stessa si considera costretta.

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